lunedì 15 ottobre 2007

Scrivete i vostri pareri sulle canoe Whitewater del momento: Magnum, Thunder, Mamba, Nomad, Habitat, Jefe, Demon, Mafia, Critical Mass

Mettetevi nei panni di un indeciso o di qualcuno che intende iniziare a misurarsi con “i gradi superiori” magari venendo da una buona pratica di river running. Cosa direste a costui ?
Ci interessa conoscere il parere della community proprio perché è molto eterogenea. Un commento fornito da un canoista esperto di alto corso potrebbe essere determinante per la scelta di un kayak, ma sappiamo che le “sue” sensazioni sono dettate dall’esperienza e dall’alto profilo tecnico. Tuttavia un canoista meno esperto potrebbe esprimere sensazioni di novità o difficoltà riscontrate con un determinato scafo. Sono entrambi due punti di vista molto interessanti per chi legge e soprattutto forniscono informazioni concrete da chi la barca l’ha provata davvero (fare un commento su una barca che non si è provata è sintomo di superficialità e carenza tecnica).
Giusto una piccola precisazione. Abbiamo proposto Thunder nell’ambito del Whitewater pensando a persone leggere che desidererebbero provare Riot. Inoltre le barche menzionate sono quelle che crediamo essere più frequenti sui fiumi italiani in questo momento: non sono infatti le uniche barche da “creek”.

Va da se che eventuali commenti offensivi di qualsiasi genere, nei confronti di marche o operatori del settore, verranno tempestivamente rimossi dall’amministratore del Blog.
Ricordiamo ancora una volta che il Blog vuole proporsi come un modo costruttivo di comunicare tra i membri della community ma anche all’esterno di essa e vuole mantenersi aperto a tutti proprio per lo spirito su cui esso si fonda: Feel you Free.

Sharing is the key !

A presto in fiume.

21 commenti:

Ciruzz ha detto...

Ciao Mario,
personalmente tra le canoe che hai citato ho avuto la possibilità di provare la Jefe. Mi è subito sembrata una barca veloce, dal volume ben distribuito, solide maniglie all'esterno, allestimenti ottimi all'interno, molto comoda per chi come me ha gambe e piedi grossi.
Avendo una Diesel75, con la Jefe noti subito la differenza di velocità, poichè ha il fondo tondo anzichè piatto come la Diesel.
Sostanzialmente una buona barca, pesa un pò a portarla a spalla, mi sembra sui 20kg, se sbaglio correggetemi.
A presto!

Ola

Ciruzz

Anonimo ha detto...

Ciao Mario! Sono Federico di Forlì.
Io ho la jefe da 1 anno.Mi trovo bene ma è una barca particolare, non molto adatta a uno che ha iniziato da poco a fare dell'alto corso (io ho iniziato con la zulu) perchè è abbastanza dura negli spostamenti laterali. Inoltre essendo tonda è certamente ottima nelle lingue ben definite dove è velocissima, ma perde in agilità nei cambi repentini di pancia che spesso nei nostri torrenti sono necessari e imprevisti. Non è una barca da creek in senso stretto o almeno non per i creek italiani, infatti se guardi sul sito liquidlogic è classificata come "big water". Mi chiedevo cosa significasse finchè l'ho provata sul Menir in Otz e allora ho capito a cosa si riferivano. Perdona moltissimo, non è ballerina nelle correnti veloci e decise e tiene la linea molto bene, il galleggiamento è molto buono e difficilmnente la corrente ti prende il fianco.
Ma il suo miglior pregio, oltre a quelli già elencati dall'amico Ciruzz, è nei salti: la punta rotonda e alta è ottima anche nei salti dove non puoi booffare perchè ti è sufficiente tenerla su con le gambe per saltare bene e non scomparire. L'eskimo riesce facile ma è molto pesante da portare in spalla nei trasbordi, 20 kg., a cui ci aggiungi telecamera, corda, kit SOS...sei fottuto!
Però nel complesso sono contento e credo che prima di parlare bisogna sentire una barca in diverse situazioni e non metterla due volte in acqua per sputare sentenze.
Grazie Mario per lo spazio!

"Il canoista migliore è quello che si diverte di più!!"

Fede

Anonimo ha detto...

Anch'io ho la jefe e la uso da più di un anno,e sono abbastanza d'accordo con i giudizi espressi da Ciruzz e Fede. Aggiungerei come caratteristica il seggiolino alto che se da una parte ti tiene ben soolevato dal fondo e ti permette di pagaiare meglio, dall'altra rende il baricentro un pò alto per cui qualche volta capita di rovesciarsi per sbilanciamento, sopratutto a fine rapida, quando si è rilassati. Come velocità rispetto alla diesel (ho avuto la grossa) non mi sembra molto migliore ma perdona molto di più e tiene meglio la linea. Non la consiglierei ad un principiante per evitare crisi di autostima per incapacità di girare la barca, nè a chi si limita al 3°-4° grado, ma sui quinti....è una delle migliori.
Ciao a tutti e complimenti per l'iniziativa
aldo

Anonimo ha detto...

ciao Mario
leggendo i commenti analitici ed esaustivi su jefe, risulta evidente il fatto che sia una barca sconsigliata ai principianti di alto corso (chi scrive appartiene a questa categoria). mi chiedevo allora se, attrverso questo spazio, potessi avere dalla community dei suggerimenti circa la scelta di una canoa, tra quelle citate, per cominciare su fiumi di terzo e quarto.
ciao a tutti

Feel you Free kayak school ha detto...

Ciao Bart,
come prima cosa ti ringrazio per aver creduto in questo spazio. Come vedi stiamo cercando di creare un servizio utile che consenta di fornire degli spunti di riflessione non solo sulle canoe oggi in circolazione, ma anche sul proprio livello tecnico il quale va considerato come punto di partenza imprescindibile prima di valutare una canoa o un fiume.
Vorrei fornirti qualche spunto per aiutarti a inquadrare lo scafo giusto prima di parlarti di marche o modelli. E’ chiaro che non parleremo dello scibile ma solo delle cose più importanti da considerare quando prendi una canoa e la guardi, poi la giri con la pancia in su e… la riguardi.
Cosa rende una canoa più o meno difficile ? Sarebbe banale dire "la forma dello scafo" è ovvio che lo sia non trattandosi di un'automobile ! Ma cosa determina il comportamento dello scafo ? Andiamo per ordine.
Partiamo dal fondo.
Il fondo piatto o il fondo tondo ? Molti anni fa gli scafi erano solo tondi, per questo molto ballerini e poco plananti quindi non molto veloci. Diciamo che la loro velocità era solo conseguenza della loro lunghezza. Ricorda, uno scafo lungo, prima di raggiungere la sua velocità critica (velocità di stallo che si verifica quando con l’aumentare della velocità lo scafo non riesce più a scivolare sull’onda da lui stesso creata per effetto del movimento e si ingavona quindi rallenta, a meno che non ci sia una propulsione tale che gli consenta di superare quella velocità, sollevarsi e planare come ad es. succede ai motoscafi. Attenzione questo può avvenire se la forma del fondo dello scafo è planante – diciamo piatta o quasi - e non a dislocamento ossia uno scafo che pesca in profondità come ad es. una barca a vela con la chiglia e la deriva fissa), ha bisogno di essere spinto ad una certa velocità che in genere è tanto più alta quanto più è lungo lo scafo. Quindi dicevamo, molti anni fa gli scafi erano lunghi ma non così veloci proprio a causa del loro fondo a “tronco d’albero” anche detto ad U. Avevano però un vantaggio: consentivano di alzare il fianco con estrema facilità e dolcemente accompagnavano i cambi di direzione soprattutto in presenza di spinte laterali. Questo pregio lo pagavi però con una instabilità generale della barca. D'altronde non si può aver tutto dalla vita. In seguito, si è capito che lo scafo piatto aiutava a “far planare” la barca (vedi sopra) e giù a rotta di collo con scafi piatti all’estremo (c’è anche chi propose fondi concavi, tanto era la voglia di emulare i catamarani off-shore). Si, effettivamente lo scafo piatto ti consente di far scivolare via la barca con meno fatica e grazie anche a questi scafi si è finalmente evoluta anche la tecnica di conduzione della barca. E’ nato il boof ! Ciò è stato possibile anche grazie alle ridotte misure “fuori tutto” delle canoe.C’è però un problema. Se fai un fondo piatto allora per forza di cose, vieni su coi fianchi a spigolo. Ecco che si crea un angolo a volte di 90 gradi tra fianco e fondo (c’è anche chi propose angoli a 95 gradi - vedi squall- è vecchia forse non l’hai mai vista, per dimostrare ed evidenziare l’importanza dello spigolo) che se da un lato può aiutare nel mantenimento della direzione a parete onda, dall’altro ti rompe seriamente le scatole nell’entrata in morta (ti capovolgi) a meno che non ti dai una ginocchiata in bocca per inclinare decisamente la barca. Inoltre la barca con il fondo piatto è più incollata all’acqua nelle oscillazioni laterali è cioè più dura da inclinare quindi oggettivamente più complicata (attenzione, non difficile) di una a fondo tondo. Abbiamo quindi visto. Fondo tondo: fianchi dolci, inclinazioni semplici da dare ma barca più ballerina e tendenzialmente meno planante. Fondo piatto: fianchi duri, inclinazioni più faticose da dare ma barca più stabile e tendenzialmente più veloce perché planante.
Veniamo ora ai fianchi.
Qui dobbiamo osservare l’inclinazione dei fianchi rispetto allo scafo, la loro convessità, la loro altezza dal galleggiamento. Relativamente all’inclinazione abbiamo già detto abbastanza quando abbiamo descritto il fondo. E’ chiaro quindi che una fusione fondo piatto-fianco è più spigolosa di una fusione fondo tondo-fianco. Qui vale la pena aggiungere però, che lo spigolo aiuta molto a mantenere la direzione perché la barca tende a scarrocciare di meno grazie al “binario” che trova sull’acqua (teniamo presente che le canoe non avendo una deriva tendono per forza di cose a scarrocciare e le varie forme del fondo vengono pensate anche per limitare questo inconveniente).
Convessità dei fianchi. Ossia il fianco è rotondo o viene su dritto come il bordo di una petroliera. Anche qui vale in parte quello che ci siamo detti per il fondo se consideriamo che il fianco della canoa non è altro che il fondo quando la incliniamo. Un fianco dritto fornisce maggiore velocità alla barca e tiene bene solo quando è inclinato nel giusto modo (e al momento giusto oserei aggiungere !), uno convesso “pesca” di più quindi tendenzialmente è meno veloce, è meno stabile ma offre più inclinazioni “buone”, ossia perdona di più se non è inclinato alla perfezione (prova a pensare alla ruota di una moto GP: è una bella U che deve tenere sempre fino al 60-65% di inclinazione. Pensa se fosse piatta che schioppi !).
Altezza dal galleggiamento. In altre parole… ammazza che fianchi alti che c’ha sta barca. Oppure, …ma ‘ndo vai co’ ‘sti fianchi così bassi ? E’ chiaro che tutto ciò ha un significato. Il problema non ce l’hai quando vai giù dritto a razzo (lasciamo stare argomenti canoa discesa perché è tutt’altra questione e ci interessa ora parlare solo degli aspetti di base tralasciando le sfumature e argomenti specialistici quali slalom e discesa) ma quando cominci a cambiare direzione o ancora di più quando passi da corrente a morta o viceversa e ancora, quando c’hai i “correntoni laterali”. Con questi cambi di direzione fanno il conto i fianchi. Sono loro che ci “assistono” ed impediscono a sorella acqua di montar su alla coperta e darci quella bella incaramellata che precede un appoggione se non un eskimo sicuro. Un fianco alto ti consente di essere più staccato dall’acqua e fornisce, grazie al suo raccordo con la coperta, un volume generale più elevato rispetto ad un fianco più basso. In altre parole con il fianco alto la barca galleggia di più.
Viceversa, il fianco basso fa si che la coperta (e la coda) sia più a contatto con l’acqua, quindi fa si che la canoa sia più immersa. Ma a cosa serve un fianco basso se abbiamo detto che il fianco ci deve “assistere” ? Specialmente nelle virate repentine, ciò vale soprattutto per i più esperti, potrebbe essere più proficuo farsi aiutare dallo scivolamento della parte posteriore della canoa sott’acqua (guarda cosa fanno gli atleti da slalom quando devono cambiare velocemente direzione o in una sequenza di porte in discesa o in agganci in risalite tirate) che sarebbe poi una conseguenza dell’inclinazione contraria che si da alla barca per “recuperarla” dalla parte opposta. In questo caso il fianco basso ti aiuta e ti agevola in questo tipo di manovre. Diciamo però che oggi è difficile trovare barche da creek con fianco basso. Potrai trovare barche con fianco più basso o più alto ma difficilmente barche con fianco decisamente basso.
Altezza della punta e della coda (rastrematura).
L’inclinazione delle linee del fondo verso la punta e verso la coda determinano la manovrabilità di uno scafo, non solo, consentono di affrontare i salti in modi diversi e reagiscono diversamente a valle degli stessi, e ancora, passano nelle onde in modi diversi (quest’ultimo aspetto dipende però anche dalla rigidità dello scafo ma soprassediamo sennò non ci passa più).
Senza farla troppo lunga diciamo che una barca “bananata” ossia molto rastremata offre minore superficie all’acqua ed è quindi più manovrabile (fa perno su se stessa con maggiore facilità). Attenzione però, ti perdi la direzione anche con maggiore facilità. Qui ti viene in aiuto quanto abbiamo detto per il fondo e per i fianchi. Diciamo che è preferibile avere, specialmente su un creek, una barca più manovriera o più “manovrabile” rispetto ad un tronco che viene giù dritto. E’ inoltre importante considerare la forma della punta per capire come potrebbe comportarsi a valle di un salto. In effetti la tecnica del boof non è sempre praticabile a meno di L4 L5 (le due famose vertebre lombari che rischiano più delle altre nei salti) bioniche. Vale a dire che se nell’affrontare un salto di 10 mt. gli do giù di boof, e mi tiene fino alla fine, quando tocco l’acqua, oltre a fare il mar rosso, mi si cementa la canoa sul fondo del fiume e la mia statura si riduce di qualche dozzina di centimetri mentre la cervicale si prepara ad affrontare una lunga permanenza nel collarino.
La tecnica del boof non è sempre praticabile dicevamo e una punta rastremata mi consente di riemergere velocemente (quindi affondare meno) a valle di un salto senza boof, grazie all’invito al galleggiamento che offre allo scafo quando viene proiettato sott’acqua (qui c’è anche un discorso di distribuzione di volumi ma soprassediamo anche qui altrimenti non ci ripassa più). Infine una punta alta mi consente di “copiare” l’onda senza infilarsi sotto quindi la barca tende a galleggiare di più (passa sopra anziché sotto). E la coda ? Certo, non l’abbiamo dimenticata. La coda (assieme al fondo) da stabilità alla barca. Una coda piccola o troppo stretta tende a farmi “cadere” la barca o mi costringe a stare talmente tanto avanti per scaricarla… che diventa lunga ! (non so se sono riuscito a descrivere il paradosso). Diciamo che in generale, nel creek, è bene avere una bella coda ampia e voluminosa ma nello stesso tempo scarica (ricorda, in canoa più avanti stai e meglio è). Relativamente alla manovrabilità potremmo ripetere più o meno quanto è stato detto per la punta.
Veniamo ora alla larghezza dello scafo e inclinazione delle linee verso la punta.
Sono entrambi aspetti da non sottovalutare. Uno scafo troppo largo è sicuramente più stabile ma più difficile da inclinare e da noia al gesto di pagaiata (difficile verticalizzare il colpo) come allo stesso modo vale per l’inclinazione delle linee verso la punta (ossia come si stringe la canoa dal pozzetto verso la punta). Anche in questo caso una canoa che tende a stringersi in modo deciso verso la punta mi consente di pagaiare più vicino allo scafo quindi anche più liberamente e mi consente di inclinare più liberamente e più velocemente i fianchi, anche se, delle linee troppo oblique, ossia che si restringono troppo velocemente verso la punta, tendono a far assumere alla barca un comportamento meno stabile e trasmettono una sensazione di “caduta” da un lato a dall’altro.
Direi infine che tutto quello che ci siamo detti deve anche fare il conto con il tuo peso. Tutto diventa relativo in funzione del peso. Un fianco alto può diventare basso e viceversa e la rastrematura dello scafo lavora in modo decisamente diverso se la linea di galleggiamento della barca varia in positivo o in negativo.

Mi sono forse dilungato un po’ ma credimi, considerando quanto è vasto e complesso l’argomento, ci siamo detti davvero poche cose.
Ora partendo da queste considerazioni prova a farti tu un’idea guardando le varie barche in giro. Dal canto mio, ho una meravigliosa Riot Magnum con la quale mi trovo davvero bene. E’ forse una barca “delicata” di coda, forse dati i suoi mega-rail, che tende a farsi pizzicare ma estremamente manovrabile, velocissima e con la punta sempre fuori. L’impostazione è quasi da barca da slalom con un sedile che tende a far ricordare il caro vecchio Eagle e ti trasmette una sensazione di sensibilità in ogni punto.

Relativamente alle altre barche, è opportuno considerare il tuo peso perché alcune sono di dimensioni decisamente generose (specialmente Nomad e Critical Mass). So che la Mafia è una canoa molto maneggevole ma non so dirti altro perché non l’ho mai provata. A vederla bisognerebbe capire come si comporta nella direzione/recupero quel bel binario che c’ha lungo i lati della punta e della coda.
Spero di esserti stato d’aiuto.

A presto in fiume e sempre Feel you Free !

ZiMario

Anonimo ha detto...

diesel('65),habitat('74) e critical mass

buongiorno al blog, dunque ho utilizzato la diesel ‘65 per circa due anni, canoa a mio avviso che è una via di mezzo tra una play-run ed una creek ideale per fiumi di III-IV , e in caso di fiumi "giocosi" permette comunque divertirsi dentro gli spot surfando come una canoa da gioco(in qualche filmato ci ho visto addirittura farci i loop...certo quello dipende dal manico!!), già sul V° mi dava insicurezza non avendo la gallegiabilità di una creek, sicuramente con la 75 si supera questo problema ma a quel punto conviene direttamente passare ad una canoa + voluminosa...comunque credo si ottima per iniziare, la consiglierei ad un principiante sicuramente!

con il passaggio alla habitat (74)mi è cambiata la vita, cambiando dalla diesel alla habitat prima di partire per la Norvegia mi sono reso conto della differenza radicale tra i due tipi di canoe e vi assicuro che su quei grossi volumi è stato fondamentale passare ad una barca + voluminosa. La punta è bella alta e aiuta ad uscire bene dai buchi ed atterrare in velocità sui drop scivolando via da eventuali ritorni, la coda perdona molto e raramente mi sono trovato in candela, il fondo tondo dà velocità ma comunque grazie ad i rail (meno accentuati della diesel) si riesce a mantenere bene la direzione.Da non sottovalutare l'allestimento interno con i soliti cricchetti della Wave Sport che sono comodissimi per stringere ed allentare lo schienalino anche senza dover aprire il pozzetto( lo tenevo stretto nei passaggioni avendo grande aderenza e massimo controllo del mezzo, e lo allentavo per riposare le gambe durante i punti piatti del fiume), il puntapiedi rispetto alla diesel è stato migliorato di molto(non si muove + lateralmente, difetto della diesel), gli spessori laterali dati in dotazione (come la diesel)permettono di allestire facilmente il seggiolino in base alla larghezza del proprio bacino.Inoltre per ultima cosa e di fondamentale importanza, ho trovato molto facile tirarci l’eskimo!!!
Inoltre è comodissima, per i bagagli: nella coda riuscivo a mettere pagaia di scorta, corda da lancio, borraccia e sacca stagna (x chiavi portafogli,miele, barrette ecc…)addirittura una volta per fare il recupero del mezzo sono riuscito addirittura a metterci le scarpe da running!!!
Quindi che dire….mi ci trovo molto bene, mi piace esteticamente, ci stò comodo e mi dà quella sicurezza in più che a volte non guasta.

Per quanto riguarda la critical mass l’ho provta una sola volta per esprimere un giudizio completo, posso dire però che mi ha impressionato di quella canoa la galleggiabilità(non affondava nemmeno dentro i buconi dell’aurino) e la sua velocità impressionante legate ad una maneggevolezza incredibile considerando la lunghezza(2,70m), mi ha veramente impressionato positivamente e credo che sia la barca ideale per river trip e grossi volumi, al contrario però ho paura che nei torrenti stretti sia un po’ troppo ingombrante….

pigo

Anonimo ha detto...

Ciao Mario, sto usando da poco una Magnum e vorrei riportare alcuni commenti. Devo dire che sono rimasto favorevolmente colpito sin dal primo momento per la maneggevolezza con cui la si poteva condurre, difatti, sono particolarmente agevoli i cambiamenti di direzione. E’ facile variare l’assetto, la pancia ha una sezione piuttosto tondeggiante,cosa che rende semplice per esempio l’entrata e l’uscita dalle morte.
La zona anteriore della canoa ha un bel volume, con la punta ben alta rispetto alla linea di galleggiamento, caratteristiche che le permettono di attraversare le onde o le zone di acqua turbolenta senza particolari problemi. La coda invece presenta un disegno forse un po’ basso anche il volume è un po’ ridotto a mio parere; cosa che potrebbe creare qualche problema nelle situazioni di forti ritorni. Per tale motivo è conveniente scaricare la coda spostando il seggiolino verso la punta.
Veramente belle e funzionali le regolazioni all’interno del pozzetto che permettono di impostare con molta semplicità poggiaschiena, puntapiedi e seggiolino; quest’ultimo molto comodo e ben imbottito.
I materiali della Magnum, in generale, sembrano molto buoni ed il polietilene dello scafo è rigido ad una pressione manuale, il che sicuramente fa reagire positivamente la canoa alle sollecitazioni; per esempio nell’attraversarsamento di un’onda. Spero di avere dato spunti e indicazioni a sufficienza per un utile scambio di opinioni.
Ciao a tutti, Sergio.

Feel you Free kayak school ha detto...

Grazie Sergio per la tua chiara e dettagliata descrizione di Magnum.
Attraverso il contributo della community abbiamo fin'ora collezionato importanti considerazioni in merito a Jefe, Habitat, Magnum e si è aggiunto un utile commento di Pigo sulla Diesel 65. Quest'ultima, come del resto si capisce dal commento di Pigo, non può essere considerata una vera e propria barca da creek ma sicuramente un'ottima canoa da river running per canoisti di peso medio (55-75 kg).
Sarebbe interessante poter conoscere i pareri su Mamba, Critical, Demon, ecc che ritengo siano al momento, assieme alle altre, protagoniste della scena fluviale di alto corso.
Un caro saluto a tutti.

ZiMario

Anonimo ha detto...

E bravo lo zi Mario! L’iniziativa di scrivere pareri sulle canoe che vanno per la maggiore mi sembra lodevole ed unica e poi è l’unico modo per farsi un idea in questo confuso mondo prima di acquistare un oggetto amato ma per niente economico (anche se il rapporto dollaro-euro è favorevole verso la nostra moneta ma il prezzo intorno ai 1000-1100 euro non si abbassa)).
Premetto
che noi siamo canoisti e non rivenditori e che quindi le nostre
valutazioni sono del tutto disinteressate.
Ma veniamo al dunque. Io che peso 72 kili voglio provare a fare una valutazione comparata tra due barche che conosco bene, la Mamba 8.0 e la Diesel 75, avendole possedute entrambe (nel senso che ne sono stato proprietario e non che me le sono trombate anche se non nego di averci pensato) per due anni circa e ne ho fatto un uso prevalentemente da creek su difficoltà dal terzo al quinto grado. Ho anche avuto per un certo periodo la Mamba 75 ma ritengo che, Delle tre Mamba di casa Dagger la 7.5 è forse
la meno riuscita e
aldilà
del range di peso ottimale dichiarato dalla Dagger per la 7.5, la
barca
riesce a dare il suo meglio solo per canoisti che pesano sino a 60-62
chili (non a caso è molto venduta alle donne).
Ho provato anche la M3 della Piranha ma mi sembra la più antica per prestazioni e comportamento e la
meno familiare per chi come ormai la maggior parte dei canoisti alterna
l'uso delle barche da gioco con quelle da creek.
La M3 riesce a dare il suo meglio quando serve la velocità, sui salti
o quando c'è da mantenere la direzione ma per il resto non ci piace. Se
consideriamo poi il materiale, gli accessori, ecc., beh! noi la
chiamiamo la canoa della Barbie ed il che è tutto dire. Proverò ora a
fare una mia personalissima votazione sulle due “bambine” Mamba 8.0 – Diesel 75:

Stabilità iniziale Mamba 8,5 - Diesel 9
Stabilità dinamica Mamba 9 - Diesel 9
Velocità Mamba 8 - Diesel 7
Accelerazione Mamba 9. - Diesel 8
Manovrabilità Mamba 8 - Diesel 9
Precisione nel seguire traiettorie (cambi di direzione, traghetti, ecc) Mamba 7,5 – Diesel 9
Impostazione interna e possibilità di regolazioni Mamba 8 - Diesel 9
Comodità e spazio interno Mamba 9 Diesel 8.5
Distribuzione dei volumi e comportamento dinamico (neutralità e
familiarità) Mamba 8 - Diesel 9
Finiture ed assemblaggi Mamba 9. - Diesel 8
Materiale costruttivo Mamba 9 - Diesel 8.
Eschimo Mamba 9 - Diesel 6,5
La Mamba ha la punta più performante nei boof e, nei salti,
la punta
non affonda mai mentre la Diesel è meno performante di punta ma è un pò più equilibrata e precisa
nella conduzione ed ha la coda un pò più scarica.
Per chi pesa oltre 90 kili, la Mambona 8.5 è per me eccezionale.
Da pochi giorni possiedo una Wave Sport Habitat 74 che dalle prime battute mi sembra una buonissima barca anche se meno precisa della Diesel 75 (ma ovviamente ha altre qualità) ma mi riservo di farne una analisi dettagliata prossimamente.
Saluti
Maurizio Beccafichi Hsk

Feel you Free kayak school ha detto...

Molto interessante il commento lasciato da Maurizio Beccafichi soprattutto per il confronto tipo "Le jene" tra Mamba e Diesel. Il confronto consente di avere una idea immediata di come si comporterebbero le due canoe nelle varie situazioni in fiume e questo non è poco. Ognuno di noi, attraverso il proprio stile e livello tecnico predilige alcuni aspetti rispetto ad altri ed il confronto riportato da Maurizio fornisce i giusti parametri su cui poter ragionare per farsi una propria idea. Va inoltre evidenziato che il parere di Maurizio si basa su oltre vent'anni di esperienza fluviale.
Grazie ancora Maurizio per il tuo prezioso contributo.

mariano bifano ha detto...

Ciao a tutti!!non e' da molto che frequento il mondo alto corso ma e' da molto che vado in canoa su fiumi di tutto il mondo con canoe ben diverse ossia' canoe da discesa, godo di ottime sensibilita a 10 anni ero gia' in acqua. Volevo inserire un commento su alcune canoe che ho corso nelle ultime due gare di alto corso fiumi completamente diversi tra loro. Nome: critical mass;la sensazione che ho avuto che data la sua lunghezza la canoa e' veloce ma per farla ripartire ci vuole tanta forza mantiene buona la direzione ma nello stesso tempo perde nella manovrabilita' dato il grosso volume che ha, penso che su corsi d'acqua con grosso volume sia l'ideale sta sempre fuori dall'acqua.Nome: mafia; la canoa e' molto sensibile tanto arretrata nell'impostazione sara' sicuramente per il peso che ho io di 80 kg.Nome:liquid logic; l'ho usata solo in gara a Terni mai provata prima la sensazione e' stata ottima nella manovrabilita' anche abbastanza veloce anche nel ripartire ma instabile allo stesso momento.Nome:Demon; canoa usata pochissimo, la sensazione e' stata quella di una barca molto manovrabile, la punta sempre fuori dall'acqua almeno nei fiumi con poco volume, anche la demon mi sembra un po' arretrata, non male la velocita'. ribadisco che queste sono solo mie sensazioni da canoista wild water con il tempo e su diversi fiume potrei aggiungere altro. Grazie a tutti dell'attenzione a presto in fiume. Mariano Biafno

Anonimo ha detto...

Ciao zi mario!Volevo innanzi tutto salutarti da grande canoista quale tu sei, e scrivere un mio parere sulla dagger mamba 8.5.
Come tu sai possiedo questa canoa da oltre due anni e non intendo per ora disfarmene dato che con il mio peso (97 kg) non trovo ancora sul mercato una canoa equivalente.
La mamba è una canoa adatta a canoisti oltre i 90 kg. Canoa di gran volume,abbastanza veloce nelle ripartenze,molto morbida nei fianchi,comoda all'interno, ben rifinita,robusta, materiale
eccellente.
Per quanto riguarda la conduzione, sembra quasi di portare un canoa da slalom;infatti è precisa , la metti dove vuoi, è stabile, e alzando i fianchi da il massimo di sè. Mantiene bene la direzione che tu imposti, e predilige fiumi di grossa portata, e nei salti riemerge bene dal ritorno.E' divertente anche serfando su grosse onde. Se devo trovarle un difetto è la coda. Consiglio infatti di avanzare al massimo il seggiolino e il poggiaschiena evitando così una posizione arretrata che consentirebbe all'acqua di prendere la coda(soprattutto nei salti con ritorni e nelle rapide di volume).
A mio giudizio è anche un po' troppo pesante.
In definitiva:
in corrente sono forte .....sul piatto fortissimo. Per cambià canoa tocca magnà de meno. Un saluto ad un caro amico, e ricorda che sto fiume è una giostra. A presto Stefano

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti!
Veramente interessante leggere i commenti sulle diverse canoe: si riesce ad avere una buona idea iniziale prima di aver provato effettivamente lo scafo interessato.
Vorrei, molto modestamente, condividere con voi le mie sensazioni sulla Magnum,che ho da poco più di un mese.
Sono d'accordo con Sergio e zi'Mario circa la precisione, la maneggevolezza e la velocità della canoa; è vero che la coda ha poco volume rispetto alla punta, per cui la canoa è meno equilibrata, ad esempio, di Jefe e Habitat, il che rende obbligatorio portare il seggiolino tutto avanti. Ciò, però, non è possibile; da come è strutturato l'interno, l'ultimo buco avanti non si riesce a mettere.
Un altro "neo" della magnum sono i premicosce e gli spessori dei fianchi, che non sono assolutamente all'altezza del seggiolino (comodo, bello, facile da spostare): i premicosce sono della Barbie (come dice il mio amico Ricky), piccoli, fragili e inefficaci; la coscia fugge via facilmente, finché non si posiziona il solito espanso a risolvere il problema. Idem per i fianchi, ma passo per non annoiare.
Per ultimo, a mio avviso , l'ubicazione del tappo di svuotamento è la peggiore che si potesse scegliere: il tappo non è "nascosto" nella plastica dello scafo, ma emerge spericolato sulla parte sx della coda: sarà un caso, ma ho già visto perdere due tappi a due diverse Magnum. Legare il tappo con un cordino è obbligatorio!
Finisco qui. Qualcuno penserà che questa canoa non mi piace: tutt'altro, la reputo meravigliosa, bella esteticamente, e ottima anche per il river running, data la sua maneggevolezza. Non la consiglierei, però, al canoista principiante o intermedio carente di una solida tecnica canoistica.
Grazie a tutti e a Mario in particolare per lo spazio offertomi.
Gpaolo Piazza

Feel you Free kayak school ha detto...

Vorrei ringraziare pubblicamente Gianpaolo e Stefano per averci descritto le loro sensazioni sulla Magnum e Mamba e per aver contribuito a questo lavoro di raccolta al servizio dell'intera community.
L'aspetto interessante, che tra l'altro emerge dal sondaggio sulle barche da creek sempre disponibile su questo blog, sono le preferenze che continua a raccogliere la Mamba dopo oltre tre anni di presenza sul mercato.
Ringraziamo ancora Gianpaolo e Stefano... belle bestie in canoa.

Anonimo ha detto...

Ciao ZiMario,

innanzitutto ti faccio i complimenti per il sito e per il Blog, molto ben dettagliato e con diversi spunti interessanti.

Ti scrivo per chiederti un consiglio in merito alla scelta di un kayak.

Io possiedo una Mamba e stò cercando di fare il famoso “salto di qualità”, nel senso che ho iniziato da poco a scendere fiumi un tantino impegnativi (IV-IV+). Ho letto con interesse nel tuo Blog l’articolo che hai scritto in merito a scafo piatto-tondo, fianchi alti-bassi, punta, coda, ecc…

Pertanto cerco di essere più preciso, viste le tue competenze tecniche ed i tuoi interessanti suggerimenti che hai saputo dare nell’evidenziare pregi e difetti circa i diversi scafi: Mamba 8.0 per 65 Kg di peso ed 1,70 metri di altezza.

Mamba mi piace tanto, per intenderci è la canoa migliore che fino ad ora ho provato, ma cerco una barca che perdoni un po’ di più.

Ho avuto occasione di provare diverse canoe (Pyrahna, ne ho avute 2, InaZone e S6, Liquidlogic Vision 56, Zulu, Thunder, Samblas). E’ vero che non si può giudicare una barca da una discesa, ma a dire il vero le Dagger sono quelle che mi piacciono di più per la proverbiale comodità.

Tant’è che nel play ora ho Dagger Agent 6.2.

Pertanto mi interessa la Nomad ma, ahimè sembra una barca un tantino datata in quanto è passata in secondo-terzo piano rispetto alla Jefe (che però a mio parere è apparentemente piuttosto simile, specialmente in punta) o alla tanto decantata e più recente Habitat, o chi più ne ha, più ne metta.

Saresti così gentile da darmi un tuo parere in merito a Nomad?

Sei in grado di confrontarla con altre canoe, tipo come precedentemente detto la Habitat, o la Magnum, o la vecchia CFS (pregi e difetti)?

Ho letto che sei stato anche nel team Dagger, perciò suppongo che hai usato Nomad (o CFS?)

Sicuro di una tua cortese risposta, ti ringrazio anticipatamente.

Spero che un giorno si possa pagaiare assieme.

Ciao, Paolo.

Feel you Free kayak school ha detto...

Ciao Paolo,
mi scuso per aver risposto solo ora al tuo mail e ti ringrazio per i positivi apprezzamenti sul nostro sito e sul nostro spazio blog.
Da quanto scrivi mi sembri piuttosto informato sulle varie canoe in circolazione e, stando all'elenco delle canoe da te provate, mi sembra che tu sia un canoista di una certa esperienza.
Cerco quindi di impostare le mie risposte partendo da questa situazione e facendo delle considerazioni tecniche senza alcun fine commerciale. Lascerò a te, sulla base di quello che spero riuscirò a comunicarti, la scelta dello scafo più consono alle tue esigenze.
Al di la dell'attualità di uno scafo, aspetto sicuramente da non trascurare data l'evoluzione delle linee e degli scafi in generale sempre più performanti, una canoa te la devi "sentire addosso" e questa sensazione è principalmente dettata dalla tua esperienza con certi tipi di fiume e dal tuo stile di conduzione del kayak: più o meno aggressivo, più o meno esplosivo, più o meno rivolto alla tecnica piuttosto che alla potenza fisica.
Questi elementi, che sai solo tu, al di la delle misure oggettive quali peso e altezza, sono quelli che principalmente dovrebbero guidarti nella scelta di un kayak.
Per portare un esempio su come considerare lo stile per valutare un kayak ti basti pensare che, in presenza di un fisico forte ed esplosivo, avere un kayak che "gira poco" ma che procede veloce nelle traiettorie dritte, può essere una opportunità poichè la forza fisica sopperisce alla mancanza di maneggevolezza e la risultante è quindi un kayak veloce in tutte le situazioni (taglia bene le traiettorie, esce dai buchi, buffa bene, ecc) e che ti porta sempre dove vuoi tu.
Fai quindi le considerazioni del caso esaminando "con umiltà e obiettività" il tuo stile.
Altro aspetto da considerare, sicuramente più di carattere oggettivo, è il peso del canoista rispetto allo scafo. Uno scafo troppo grosso per un canoista dal peso leggero (come il tuo caso 65 kg) non sempre è sinonimo di "perdono degli errori". Uno scafo sovradimensionato, galleggia troppo, la sua linea di galleggiamento è "troppo positiva" e tende quindi a diventare più ballerino, instabile sui fianchi, tende a perdere facilmente le traiettorie, è insomma un bel casino. Prova a toccare la canoa appoggiata sull'acqua senza starci sopra. Sembra girare come una trottola. Sembra impazzire alla minima spinta o sollecitazione. Questo è quello che tende ad avvenire quando sei su una barca troppo grossa per il tuo peso. Quindi, non è detto che... Grosso è bello ! Ovviamente è vero anche il contrario. Se pesi troppo per la barca: linea di galleggiamento troppo negativa, barca dura, fianchi bassi, coda sott'acqua, non stacca sui salti... rottura di scatole in tutte le situazioni. Quindi, neanche... Piccolo è bello !
Veniamo alle canoe.
Nomad è sicuramente una barca datata e generosa nei volumi. E' però un bel compromesso per iniziare a misurarsi con il creek. Punta decisamente alta che galleggia bene. Ovviamente per te parliamo della 8.1. Non saprei. Oggi esiste di meglio.
Magnum, per te vedrei la 72. E' però uno scafo che perdona poco, specialmente di coda e specialmente se il tuo stile non è impostato con busto decisamente avanti. La ritengo una canoa altamente performante e mi piace molto, buffa pene, è veloce, la punta sempre fuori. In questo momento la sto usando e mi trovo davvero bene (io sto a 80 kg. per 1,85 di altezza). Se cerchi uno scafo che "perdona" questa non credo sia la scelta giusta.
Mamba. Perchè non ti piace ? Anche questo sicuramente è uno scafo un po datato ma... dopo trent'anni fiat ha riproposto la 500 ! Scherzi a parte, considerando l'età credo che sia uno scafo molto performante e addirittura con quel pizzico di slalomistico che ora non si vede più tanto in giro. Non c'entra niente, ma non so perchè, quando vedo la Mamba mi viene da pensare alla vecchia e cara Dancer. Probabilmente non sai di cosa parlo. Ormai è roba da vecchi ! Tornando a noi, se la ritieni che perdona poco, probabilmente accusi quel poco di instabilità che trasmette lo scafo ma che è ampiamente ripagata da una notevole maneggevolezza.
Vuoi qualcosa che perdona ? Habitat. E' facile. Punta decisamente grande, sempre fuori in tutte le situazioni. Forse per il tuo peso è un po' grossa ma è un buon compromesso per iniziare a fare qualcosa di "duro". Per te va bene la piccola (la 74 con 280 L di volume !). Credo tuttavia che tra Habitat e Mamba per te sia meglio la seconda. Capisco però che l'uomo ha bisogno di cambiare. Quel "vizietto" non ce lo toglie nessuno.
Spero di esserti stato in qualche modo di aiuto ed è stato un piacere per me averti scritto.
Ora consentimi un po' di pubblicità. Sabato 8 novembre la scuola Feel you Free propone una giornata dedicata alla sicurezza sul perfezionamento dei sistemi di tiro (paranchi) e di imbraco. Vedi dettagli del corso all'indirizzo http://kayakfeelyoufree.blogspot.com/2008/04/approfondimenti-sicurezza-fluviale.html.
Per la quota di partecipazione puoi contattarci al 3357493414 o scrivendoci un email a natmariok@libero.it.
Saremo felici di averti fra noi.

A presto in fiume

Mario Adolini
www.kayakfeelyoufree.it

Anonimo ha detto...

Keep up the good work.

Feel you Free kayak school ha detto...

Molte grazie Minna per l'incoraggiamento. E' bello ogni tanto sapere che quello che si fa è utile per qualcuno. Se sei un canoista, mandaci le tue foto se ti va. Le pubblicheremo nello spazio riservato alla Feel you Free Community. Vedi l'indirizzo http://picasaweb.google.com/kayakfeelyoufree/FeelYouFreeCommunity
Piacere di averti conosciuto.

Long neck, fast brain !!

Anonimo ha detto...

Ciao Mario,
io da dinosauro della canoa quale sono, non riesco a schiodarmi dalla mia Pyranha H3. Ho provato altri scafi (Mamba, Idra, Nomad), ma lil controllo della direzione e il comportamento attraverso i buchi che ho con l'H3, finora non l'ho trovato nelle altre.
Purtroppo ha il grosso difetto di essere una canoa fragile. Mi sembra di essere tornato ai tempi di quando sciavo, e tutte le volte che tornavo dalla montagna mi toccava riparare il fondo con le candelette. Anche con l'H3 ogni volta c'è qualcosa di rotto, una volta lo scafo, un'altra il seggiolino. E' un disastro.
La canoa ideale sarebbe uno scafo come l'H3, ma col materiale della Prijon. Esiste?? Mah!
Ciao,
Stefano Caprile

Feel you Free kayak school ha detto...

Ciao Stefano,
se cerchi un materiale indistruttibile come prijon, hai provato la nuova Salto della Eskimo ? Credo sia una bella canoa (tuttavia non l'ho mai provata) con linee aggiornate e, quanto al materiale, dovresti andare sul sicuro.
Un saluto
Mario

Anonimo ha detto...

[url=http://viagraboutiqueone.com/#sxtjk]viagra online without prescription[/url] - cheap generic viagra , http://viagraboutiqueone.com/#rbwjt cheap generic viagra